HYDRA DOSSIER : MSSIONE DARKENEYE-L'OCCHIO DELLA TENEBRA

HYDRA FILES:

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rapporto COLOMBO VIAGGIATORE

status: SEGRETISSIMO

Un raptus omicida collettivo colpisce gli abitanti di un paese sperduto sulle Alpi Francesi. Alla sede Echelon inglese un file in codice riesce a superare le difese dei computer facendo apparire sugli schermi un messaggio inquietante. A indagare viene chiamato Marc Ange, un agente fuori quadro dell'inità di crisi del servizio segreto europeo, che scopre un legame fra gli ultimi avvenimenti e un attentato terroristico di qualche anno prima, quando era stato trafugato da un laboratorio NATO il prototipo di un'arma nuova e micidiale…

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Isola Nid Azur. Chayenna. Guyana francese.

Marc Ange percorse la terrazza fino al parapetto di legno e ammirò il panorama che si apriva davanti ai suoi occhi. Oltre la spiaggia di sabbia fine e chiara: la tavola celeste del mare sembrava un velluto e la sagoma dell’isola del diavolo, visibile sull’orizzonte ottico, appariva tremolante nella foschia portata dal vento caldo che soffiava da sud-est.

L’uomo era a torso nudo e il suo torace muscoloso e abbronzato creava un piacevole contrasto con i pantaloni di tela bianca che indossava. Inspirò il profumo della salsedine mescolato con la fragranza fiorita delle mangrovie che infestavano la vegetazione attorno alla casa. Cercò di diluire il senso di minaccia che stava provando.

Il messaggio del Colombo Viaggiatore per l’attivazione dell’unità Nemo era giunto mezzora prima, mentre stava facendo colazione. Era capitato qualcosa di grave. E le fette di pane nero cosparse di burro fuso e marmellata di Ribes erano sembrate improvvisamente amare e indigeribili. Così si era limitato a bere un’enorme tazza di caffè nero come piaceva a lui: miscela arabica forte, preparato con la Moka, senza zucchero. Poi si era fumato la prima Gitanes della giornata e aveva finto indifferenza ascoltando un pezzo dei King Crimson che s’intitolava Walking on the air. Dopo un poco, gli era parso veramente di camminare sospeso nell’aria, prigioniero di un’atmosfera soffocante, densa come l’alito di un mostro.

Si aggrappò al parapetto e lo strinse appena, attento a non imprimere troppa forza nelle dita.

I suoi occhi verde smeraldo parvero luccicare.

L’Hydra è tornata, pensò, mentre avvertiva il solito brivido di anticipazione percorrergli la protesi che aveva al posto della mano sinistra, un’inspiegabile sensazione tattile che aveva a che fare con la percezione emotiva del pericolo. Il ritorno del mostro dalle tante teste.

La vacanza era terminata.