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domenica 21 aprile 2013

OPERAZIONE GENESIS LIFE-LA CODA DELLO SCORPIONE


 
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HYDRA FILES
codice: XXX - 200409 direttiva SS
 DIESIS/NEMO - only for your eyes
rapporto COLOMBO VIAGGIATORE
status: SEGRETISSIMO



In un villaggio sperduto nella foresta amazzonica: dopo una vaccinazione, tutti gli abitanti muoiono, apparentemente a causa di un arresto cardiaco. Una task force giunge in elicottero per bruciare i cadaveri e uccidere i pochi sopravissuti. Marc Ange inizia ad indagare, scoprendo le implicazioni di una tentacolare setta religiosa: la Genesis life, con migliaia d’adepti in tutto il mondo. Ma cosa si nasconde dietro oscure sperimentazioni cominciate già molto tempo prima, nell’Iraq di Saddam Hussein? Cos’è la corporazione Genius? Chi è il misterioso personaggio che si fa chiamare Condor? Gli interrogativi si moltiplicano, mentre viene a delinearsi un orribile disegno di follia: l’uso di un’arma biologica dal devastante potere distruttivo per compiere un attentato che minerà le basi stesse dell’economia mondiale. Dalle profondità oscure della jungla amazzonica, agli sgargianti scenari parigini. Dagli orrori delle carceri di Guantanamo alla Germania mittle europea; l’azione si snoda ad un ritmo incessante. Per concludersi in un oscuro territorio off limits, all’estrema periferia di Vienna...


…l’eroe è tornato:
Marc Ange affronta la nuova testa dell’Hydra…
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Nel buio cresceva la forma del mostro. Lui la percepiva come se fosse un ringhio nella mente. Avvolto dall'oscurità, si sentiva inerme. Perché c'erano facce distorte che comparivano dentro una sostanza nera. Il sorriso di suo padre emerse dal nulla. Poi un suono lacerante e il pianto disperato di un bambino.
Marc Ange spalancò gli occhi di colpo e trattenne un grido. Le pupille verde smeraldo lucide di lacrime.
Il ringhio si era trasformato in una risata che straziava i suoi pensieri, un’unghia sul cervello.
Le labbra si tesero sul chiostro dei denti per lasciare uscire un gemito. Nell'aria un battito. I suoi occhi registrarono le pale che giravano sul soffitto, il loro flap pareva accodarsi al ritmo del cuore.
Puntando i gomiti, si mise a sedere sul letto.
Non sarebbe finita mai…
La confusione nella mente, il sapore del sonno e del caldo. La paura.
Il mostro dalle tante teste era sempre nei suoi pensieri, non se ne andava.
Hydra.
Lei rappresentava la calamità, la sostanza nociva che genera il male.
Con un lembo del lenzuolo, si deterse il viso madido di sudore. Il suo corpo nudo aderì alla stoffa fresca di cotone. Scostò la coltre, scoprendo il torace. Allungò le gambe giù dal letto e cercò di scendere. Si domandò dove si trovasse Jamaka. Ricordava di aver fatto all'amore con lei. Soprattutto gli tornava in mente la sua voce che gridava ancora cherì!, gli occhi pervasi di riflessi dorati, il sapore morbido delle labbra e la sua pelle scura. Si erano sciolti l'uno dentro l'altra, possedendosi selvaggiamente per buona parte della notte.  Vinse l'impulso di chiamarla. Doveva restare solo ancora per qualche minuto. Era ancora troppo scosso. Il mostro che lui aveva giurato di combattere stava per tornare. Il suo richiamo era chiaro.


Era arrivato a Parigi la sera prima. Avevano prenotato per lui la solita suite all’Hotel du Louvre  in place  André Malraux e aveva trovato, nella casella di posta della reception, una busta riservata contenente il dischetto con le istruzioni per l’indomani. Una volta in camera, si era fatto una doccia di mezz’ora per togliere via la stanchezza del viaggio. Indossando un morbido accappatoio di spugna, aveva telefonato al suo meccanico di fiducia, perché la mattina dopo gli facesse portare nel garage dell’Hotel una delle Porsche della sua collezione.


Aveva optato per una 911 Targa turbo, un modello dell'87, personalizzato con lo speciale programma Tequipment di Jordan Mailer; la propulsione potenziata con un Powerkit a condotti variabili e un complicato sistema di raffreddamento ad acqua che permetteva di raggiungere una velocità massima di 320 km all'ora, con un accelerazione da 0 a 100 in 4 secondi. Una vera bomba su quattro ruote.




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Il corredo operativo era completato da una serie di polpette esplosive a base di potente T4, con detonatori a distanza di tipo A. La pasta, raggrumata nelle dosi necessarie, era nascosta dentro la bomboletta della crema da barba. Il telecomando, non più grande di un microchip, era stato nascosto nel cinturino metallico dell’Omega Speedmaster, si attivava usando la rotella per i calcoli di profondità posta attorno alla cassa dell’orologio, in pratica si usava come per l’apertura di una cassaforte: dieci minuti a sinistra, dieci a destra, ritorno al centro. A quel punto veniva emesso un sottile raggio sonoro a bassa frequenza che faceva partire il timer e innescava l’esplosivo secondo il tempo per cui era stato programmato. Un’altra dotazione che aveva richiesto, era un semplice congegno di difesa costituito da un ago impregnato con una forte droga tranquillante, impiantato in un anello che Marc avrebbe portato all’anulare destro: un anello con un teschio in rilievo, perfetto per il personaggio che interpretava. Se stringeva il pugno tre volte di continuo, si accendeva una piccola spia situata nell’orbita del teschio e una quarta stretta avrebbe acceso quella verde nell’altra orbita. A quel punto l’ago, lungo un paio di centimetri, fuoriusciva di scatto dalla fessura centrale ed era pronto all’uso.


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Catacombe di Parigi: armeria del Diesis

Per un amante delle armi, la Polveriera era come un negozio di giocattoli per un bambino.
Marc Ange passò in rassegna una prima rastrelliera, tanto per farlo. Poi decise che non aveva tempo per curiosare solo per il piacere di farlo, non era lì per divertirsi. Così affrettò il passo per raggiungere il bancone in fondo del corridoio. E disse al maestro armiere cosa voleva. Aveva idee assolutamente chiare a riguardo. Desiderava delle armi potenti, da guerra, con tante pallottole nel caricatore, buon potere d’arresto unito a grande penetrazione; voleva una pistola automatica e una gun machine che fossero entrambi dello stesso calibro per rendere più semplice il munizionamento.
Ce n’erano solo due che potevano soddisfare tutto ciò.

Si trattava del cosiddetto kit di fuoco della FN Herstal costituito dalla sub machine P90, una pistola mitragliatrice con impugnatura ergonomica, leggera e compatta, lunga solo 500 mm e con un caricatore soprastante da 50 colpi,  abbinata alla pistola semiautomatica Five-seveN in sola doppia azione da 20  colpi.
Entrambe le armi adottavano lo stesso calibro da guerra 5,7 x 28 mm, in grado di perforare qualsiasi giubbotto antiproiettile in commercio.
Il maestro armiere, un tipo piuttosto corpulento, alla Orson Wells, che parlava con un accento che tradiva la sua provenienza italiana, si mostrò d’accordo con lui: la scelta era ottima. Si alzò e scomparì nel magazzino che si apriva alle sue spalle. Dopo una decina di minuti comparve con il materiale e lo posò sul bancone. Aveva corredato il tutto con un puntatore laser per la P90 e due soppressori di rumore di ultima generazione che potevano silenziare i colpi riducendo il suono delle deflagrazioni di almeno 30dbA.

Adesso serviva una pistola da caviglia. Marc voleva sostituire il revolver Smith & Wesson AirLite PD 357 che usava di solito, con qualcosa di meno esuberante  e di più maneggevole.

Il maestro armiere si permise di consigliargli la Seecamp 32: una sei colpi calibro 7,65, semiautomatica con chiusura a massa, che poteva adottare le nuove cartucce Winchester Silvertip espansive hollow point da 60 grs. Era un’arma in sola doppia azione, molto piccola, leggera e facile da usare, con un basso rinculo e un potere d’arresto notevole.

Marc se ne fece portare una e la soppesò per valutarla. Era di buona fattura, realizzata interamente in acciaio. Fece scorrere il carrello, provò lo scatto. Alla fine decise di seguire il consiglio dell’esperto e la posò di fianco alle altre due.
“Vorrei anche un paio di fondine per la Five-seveN, ascellare a da cintura. E una da caviglia per la Seecamp, naturalmente…”, disse, senza riuscire a distogliere gli occhi dai nuovi giocattoli.

LE ARMI DEI CATTIVI:





César spinse un pulsante sopra una console e il pesante tendaggio che celava l’intera parete laterale, prese a scorrere mostrando quello che, a prima vista, sembrava un enorme acquario.
Marc si avvicinò per guardare meglio e restò senza fiato, quando si rese conto che si trovava di fronte allo spettacolo del fondo del lago.
“E’ molto suggestivo”, commentò Ange. “Deve essere costata molto questa trovata architettonica”
“Ho fatto costruire la lastra di vetro all’interno della roccia, smantellando l’armatura granitica fino a mettere a nudo l’intera parete. E’ stato un lavoro imponente e costoso. Ma credo che ne sia valsa la pena”
C’erano degli strani pesci che nuotavano pigramente in mezzo alla vegetazione ripariale che ondeggiava sul fondo sabbioso, erano bestie molto grosse, con la testa massiccia e appiattita dotata di lunghissimi barbigli, dall’aspetto pericoloso.

“Sono dei pesci siluro giganti. Silurus glanis. E’ una specie molto rara di squalo d’acqua dolce”, puntualizzò Le Chiffre con un tono in cui non celava una certa soddisfazione. “Abbiamo allevato esemplari che possono raggiungere cinque metri di lunghezza e 306 chili di peso. Li offriamo come attrazione per gli ospiti del Centro naturista che amano la caccia e la pesca insieme…”
“Credevo non esistessero veramente. Che fossero frutto di leggende… Animali appartenenti all’immaginario fantastico”, disse Marc con tono sorpreso.
César fece un sospiro. “Sono specie autoctone che si dice provengano nell’antichità dall’Asia, poi stanziate in seguito nelle acque di grandi corsi d’acqua dell’Europa orientale come il Danubio e il Dniepr. Durante la fase giovanile, si nutrono solitamente di invertebrati di fondale, poi passano agli uccelli selvatici, a pesci di notevole dimensione tipo lucci o persici sole, fino ad arrivare ai grossi mammiferi… Possono aggredire un uomo e divorarlo… Sono lenti ma inesorabili. Attaccano con una pacatezza languida che mi ha sempre affascinato”



HYDRA CRISIS:
la coda dello scorpione 
Gianfranco Nerozzi, con lo pseudonimo di Jo Lancaster Reno
Anno: 2004
290 pagine
3,55 €
Segretissimo Mondadori





 




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