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lunedì 13 maggio 2013

NEL CUORE DEL DIAVOLO - GADGET DI MISSIONE - LA PSS


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Come seconda arma da portare alla caviglia, aveva optato per un reperto archeologico. Una sorta di omaggio, fra virgolette, al paese che lo stava ospitando per la missione. Si trattava della PSS calibro 7,62×41mm special purpose noiseless, in dotazione al vecchio KGB. In pratica un’arma cosiddetta silenziosa. Che veniva ancora oggi adottata da certe squadre antiterrorismo in Russia. Usava una particolare cartuccia che faceva pochissimo rumore. Questo risultato era ottenuto costringendo i gas di sparo dentro il corpo della cartuccia, metallica e chiusa ermeticamente. L’esplosione della carica spingeva un pistone, il quale, muovendosi in avanti, proiettava nella canna il proiettile, per poi restare bloccato nella cartuccia. Il proiettile adottato nel caso specifico era un sabot di plastica contenente quindici pallini di tungsteno, come quello usato dai cosiddetti uomini topo in Vietnam, i soldati americani che dovevano andare a stanare i nemici nelle gallerie. Letale ed efficace.


PSS




GALLERY 






  

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In quel momento un paio di guardie nere sbucò in cima al parcheggio, pistole mitragliatrici pronte a sparare. Marc e Selina si nascosero dietro a una Bentley per non farsi scorgere. Lui allungò la mano per recuperare la pistola da caviglia che indossava, la PSS special purpose noiseless, semiautomatica silenziosa appartenente ai tempi che furono. Poi guardò la sua compagna annuendo. Era pronto per agire.
Selina scattò in piedi alla sinistra dell’auto dietro cui si stavano nascondendo e mosse le braccia per attirare l’attenzione delle guardie nere. Queste si girarono verso la donna, cercando di capire. Nel frattempo, Marc sbucò dalla parte destra della Bentley, PSS impugnata, e sparò due colpi in rapida successione. La pistola emise due suoni soffocati, non più intensi di un battito di mani.
Le guardie nere, colpite entrambe alla radice del naso, morte istantanea come da manuale, crollarono a terra.



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